Consigli e Cose da fare in Cambogia, la meteo, cibo, usanze, informazioni utili
12/09/2017 | 14:21

Viaggio in Cambogia, consigli per fare da te, quando andare, che cose da vedere e divertirsi, viaggiare sicuri, shopping meglio, approfondimento del paese ecc

 
 

 Il tempo giusto per viaggiare in Cambogia è stagione secca dura piu 8 mesi da ottobre a maggio. La temperatura è intorno da 25-30 gradi e ha un tasso di umidità piu bassa durante periodo da ottobre a gennaio. 

La Cambogia è un paese in via di sviluppo e adatta velocemente con il turismo. Il paese è sicurissimo nei quartieri centrali delle grandi città come Phnom Penh e Siemrep. In generale, il paese è sicuro come in Vietnam e in Laos. 


Capitale Phnom penh

visita il mercato russo, la carcere Tuol sleng e il mercato popolare, il palazzo reale, la pagoda d'argento e il museo nazionale, poi andiamo cira 15 km per visitare il Killing Field, tutto tempo ci vuole una giornata.

  •   attenzione ai vestiti formali quando visita la pagoda d’argento

Tuol Sleng la scuola carcere di genocidio    Una scuola trasformata in carcere dove il regime genocidio dei comunisti ha massacrato quasi tutti 16 mila prigionieri

il mercato russo    Nato durante period di occupazione delle truppe vietnamite in Cambogia, dove si vendevano tutti prodotti forniti dall’Unione Sovietica

il tempio di Phnom penh    Dedicato alla dea protettotrice della capitale Phnom Penh

la spiaggia a Shihanouk Ville    Non ha una spiaggia pulita se non dorme a Sokha resort!

l'isola di Kaoh Rong Sanloem    una spiaggia intatta da natura, ma ci vuole pazienza per il servizio.

Victoria Chau Doc    dove si prende aliscafo per Phnom penh ci vuole 4 ore per arrivarci, partenza alle 7, dopo un ora per arrivare alla dogana Vietnamita, e 15 minuti alla dogana cambogiana, il visto costa 34 dollari, comprende anche servizio pizzio!

Siem rep templi di Angkor: il gran itinerario dei templi comprende

 

 È il luogo-mito degli ultimi 15 anni, tappa del nuovo Grand Tour nei Paesi del futuro. Fotografato, visitato quanto l’Acropoli di Atene o il Colosseo di Roma. Ma è dall’altra parte del mondo, in Cambogia, l’epico skyline di Angkor Wat (1112-1150 d.C.), simbolo della grandezza dell’impero khmer, con le sue torri colossali che sembrano boccioli di loto, il santuario più grande che riproduce sulla terra il mondo degli Dei. Dimenticato e sepolto nella giungla per secoli, finché il naturalista francese Henri Muohot riscoprì quasi per caso Angkor, nel 1860, rimanendone stregato. “Da allora l’impressione è la stessa: un incanto di pietra che racconta storia e miti del mondo khmer, per oltre 500 anni una delle più grandi potenze del Sudest asiatico”, racconta lo scrittore e archeologo Valerio Massimo Manfredi. La città tempio, che arrivò ad avere un milione di abitanti quando a Londra erano 50.000, è ora un patrimonio dell’umanità tra i più assaliti dai turisti, circa due milioni all’anno. Che si fermano il tempo di visitare solo Angkor Wat, ignorando l’immensità dell’area archeologica intorno a Siem Reap, 400 chilometri quadrati di templi, palazzi, statue, tra campagna, giungla, monti Kulen e lago Tonlé Sap.

 

 

Centinaia di turisti (soprattutto giapponesi) sbarcano ogni giorno dai pullman per ammirarne le bellezze. “Lasciano senza fiato”, dice il matematico e saggista Piergiorgio Odifreddi, che ad Angkor è tornato una seconda volta, colpito dalla precisione geometrica dei monumenti. “I templi dell’area si basano sul mandala che predispone al centro di ogni struttura il segno o simbolo della sacralità. Figure geometriche che in Oriente sono una forma di meditazione”. Quasi tutti visitano i templi più vicini a Siem Reap, il volto contemporaneo della Cambogia, ma vale la pena di raggiungere i siti più lontani, meno battuti e finalmente agibili grazie a importanti ristrutturazioni e a un continuo lavoro di conservazione.

 

Si dice che per avere un assaggio della bellezza di Angkor tre giorni non bastino. Ce ne vorrebbero molti di più, per dedicarsi a questo colossale patrimonio, fusione perfetta di ambizione creativa e devozione spirituale. Tuttavia, cinque sono il giusto compromesso per non rischiare l’overdose archeologica. Il circuito più classico, lungo circa 17 km, parte dall’Angkor Wat , l’edificio religioso più grande al mondo (1500×1300 metri), dedicato al dio Vishnu. Un miscuglio di grazia e simmetria, con magnifici bassorilievi e la sensualità delle apsara, le danzatrici scolpite nell’arenaria. È la rappresentazione del Monte Meru, centro dell’universo e casa degli Dei. Ha cinque torri centrali che simboleggiano i cinque picchi della montagna ed è inserito in un sistema idrico con fossati le cui acque simboleggiano l’oceano.

 

Da qui, verso nord, si raggiunge Angkor Thom, la città fortificata: cinque porte di ingresso e il Bayon, un capolavoro di perfezione stilistica tra passaggi inclinati, ripide rampe e 54 guglie. Il Bayon è conosciuto per i suoi 216 giganteschi volti scolpiti nella pietra, che dominano l’orizzonte ai quattro punti cardinali. La sua luce migliore è all’alba. Il più affascinante tra i templi di Angkor è senz’altro il Ta Prohm: la giungla inghiotte la pietra, creando uno scenario onirico. Enormi alberi insinuano le radici tra i blocchi di arenaria, abbracciano le colonne e si avvinghiano alle pareti: qui architettura e natura formano un tutt’uno. A differenza degli altri siti, il Ta Prohm è all’ombra, in un’atmosfera magica e silenziosa all’alba.

 

Momento ideale per visitare anche Beng Mealea, defilato, nella giungla. Ci si addentra tra rovine, intrecci di radici e bassorilievi, sculture e una biblioteca perfettamente conservata. A circa 70 km dal centro città, ci si arriva in un’ora e mezzo. Sulla via del ritorno, ci si ferma a Banteay Srei, tempio consacrato a Shiva, piccolo e ben conservato. Sono molti altri i siti angkoriani più isolati, ma richiedono giorni di viaggio. Per esempio, Banteay Chmar (4 ore d’auto a nord-est di Angkor) è tra i grandi monasteri buddhisti . Suggestivo, ma in stato di abbandono, è a 200 chilometri da Siem Reap, da percorrere per diversi tratti su pessime strade (per info, www.globalheritagefund.org). Per visitare Angkor ci si può muovere anche da soli, facendosi portare con i tuk tuk locali (15 dollari, 11 € al giorno), o noleggiando un’auto: tutto è ben segnalato.

 

Info: un giorno di visita ai siti centrali costa, in auto, circa 30 dollari (21 €); 80 (57 €) se si raggiungono i templi più lontani. Auto e guida si prenotano in hotel, ma il prezzo è più alto, oppure nelle agenzie locali, www.vietnamviaggiarte.com.

villaggio di ragni a Skuon    Tarantona a Skuon Cambogia

la confine di Moc bai    Non è difficile attraversare la confine Vietnam e Cambogia

     

Glorius hotel, Kampong thom e Sambor prei kuk    finisce la visita dei templi Banteay srei e il gruppo roluos a mattina e prosegue per Kampong Thom, il capoluogo una volta la vecchia citta' dell'impero Chen la. Prosegue la visita dei templi di Sambor prei Kuk a mezzo della giungla tropicale, circa 1 ora di macchina, arriva ad una zona fitta di vegetazione, una volta la base militare dei Khmer rossi e dei Vietcong. in fatti, I bombardamenti hanno colpito anche questa vasta foresta distruggendo anche I temli antichi del 8 secolo

viaggio di Alberto
viaggio di Alberto
Hanoi-Ba be-Ha Giang-Sapa-Mu Cang Chai-Nghia Lo-Halong
Italia
è stato un bellissimo ed emozionante viaggio.  Devo fare i complementi a VietnamViaggiArte che ci ha organizzato un perfetto viaggio, La guida Binh Nguyen molto professionale, ottima lingua italiana,  molto simpatica. In particolare, La meta è fuori da classic e molto bella.
Abbiamo avuto i ricordi bellissimi e tante emozioni.
Grazie 10000 da Gruppo Avalon,
Alberto da Milano -Italia
Mario Nguyen
Mario Nguyen Mario Nguyen

info@vietnamviaggiarte.com